13
Ottobre
2011

Ancora esplorazioni a Cima Grappa

Pagine di diario sull’attività del Gruppo Speleologico Geo CAI Bassano

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Ancora a Cima Grappa, ancora alla ricerca di nuove grotte e nuove prosecuzioni sotterranee poco più a valle della zona che inaspettatamente quasi vent’anni fa ci ha regalato l’Abisso Spaurasso, una grotta che ci permette oggi di penetrare nelle profondità della montagna per quasi 600 metri. Nei giorni scorsi l’attività di esplorazione si è concentrata in particolare nel settore che con le sue grotte conosciute e le sue tante fratture e buchetti impenetrabili, sembrerebbe far tornare in superficie almeno una parte dei flussi d’aria che entrano in Spaurasso nel periodo estivo. E’ veramente impressionante questo circolo di correnti attraverso le quali l’atmosfera sotterranea del Monte Grappa cerca di raggiungere un equilibrio con quella esterna. Nelle giornate di venerdì 7 e domenica 9 ottobre, siamo così ritornati nella zona ed abbiamo deciso di concentrarci sull’Abisso Las Vegas, una grotta che scende per una sessantina di metri di profondità. Il suo ingresso si è aperto come una voragine in un punto del prato che era già stato battuto più volte in passato senza trovare alcunché. La grotta si imposta su una grande frattura che nelle sue porzioni basali è percorribile in orizzontale almeno per un centinaio di metri. Da qui, si aprono diverse vie che scendono in verticale in quella che è la prosecuzione naturale della frattura principale. Queste vie si intersecano costituendo un dedalo di passaggi molto variegati, scesi tutti nelle prime fasi esplorative ad eccezione di uno. Venerdì scorso siamo così partiti in 3, con me: Maurizio Mottin e Justyna Dziemiańczyk. Un po’ scoraggiati dal meteo inclemente che ci ha costretti a posticipare l’uscita al pomeriggio e quindi a ridurre poi i tempi dell’esplorazione, siamo arrivati alla grotta godendo del bellissimo spettacolo offerto dal primo paesaggio invernale delle preAlpi, con la prima neve innondata di un sole ancora estivo. La grotta soffiava fuori il fiato di un Grappa sotterraneo che siamo ancora molto lontani dal conoscere. La discesa ci richiese diverso tempo per armare e rintracciare il punto dell’esplorazione. Quando però vi fummo davanti non ci fu difficile capire che lo avevamo trovato: dal fondo di una calata di 7-8 metri tra strette pareti di roccia si apriva un tunnel nel detrito che dava accesso ad una’altra verticale di almeno altri 7-8 metri. Non era stata l’acqua di un antico torrente sotterraneo ad aver scavato il tunnel, sembrava piuttosto che la volta si fosse evoluta per crolli successivi e probabilmente lenti attraverso i quali il deposito aveva cercato di mettersi in equilibrio con il vuoto che gravava sotto di lui. Una morfologia davvero affascinante e poco comune. Ci volle un po’ di tempo per mettere in sicurezza il luogo della discesa verso il punto interrogativo della grotta ed armarlo per discendervi. Maurizio andò per primo mentre noi attendevamo con impazienza che descrivesse quanto stava vedendo. Scese per 7-8 metri e poi ci chiese di fare silenzio: era arrivato con i piedi su una fessura che scendeva in verticale e voleva sondarne la profondità lanciandovi dentro un sasso. Il lancio ci indicò una profondità di una decina di metri ma in un ambiente tanto, troppo stretto… Più su invece sembrava riprendere lateralmente la grande frattura verticale della grotta. Un sasso incastrato non permetteva di vedere quanto potesse continuare e questa volta non ci fu utile il lancio del sasso. Tanta aria arrivava addosso affacciandosi a quel punto e questo lasciava ben sperare. Avevamo davanti un nuovo punto interrogativo ed avevamo spostato un po’ più in la frontiera della grotta ma eravamo purtroppo costretti a rifare armi e bagagli perché era troppo tardi, dovevamo rientrare… Una seconda squadra è tornata alla grotta domenica scorsa, 9 ottobre, con me questa volta: Davide Michele Strapazzon, Francesco Minuzzo e Federico Peruzzo. Credo che eravamo un po’ tutti speranzosi, forse troppo di riuscire a trovare un passaggio che ci permettesse di raggiungere l’Abisso Spaurasso che passa non molto più in là dell’Abisso Las Vegas, a circa 80 metri dal suo attuale fondo. Proprio nell’agosto scorso, durante un corso di tecnica che abbiamo organizzato a livello nazionale, alcuni allievi ed istruttori erano riusciti a proseguire in una risalita dello Spaurasso scoprendo una nuova via verso l’alto, che potrebbe anche essere uno dei passaggi utilizzati dall’aria per uscire poche decine o centinaia di metri più a sud dell’Abisso Las Vegas se non addirittura da questa stessa grotta . Eravamo troppo speranzosi perché giunti nel punto lasciato irrisolto il venerdì precedente, non ci mettemmo molto a capire che di lì si apriva forse sì una via verso lo Spaurasso ma troppo stretta per pensare di arrivarci se non altro in tempi brevi. La fessura infatti che all’inizio si presentava con dimensioni accettabili per il transito di uno speleologo “medio”, proseguiva strettissima dietro una curva per continuare tale per diversi metri. Abbiamo così approfittato per ricontrollare altri punti della grotta, oggetto delle vecchie esplorazioni e ci rendemmo conto che l’aria risaliva anche da altre parti della frattura principale. Una risalita d’aria che sembrava quindi diffusa e che veniva fuori da un dedalo di fratture che sembravano diventare ad ogni colpo sempre più strette laddove non erano occluse da materiale detritico. Tornammo fuori quindi con un “peccato” che continuava ad aleggiarci in testa e siccome era ancora presto abbiamo deciso di fare una battuta di ricerca di nuove grotte nella stessa zona. Abbiamo ritrovato così le vecchie grotte, tanti altri buchetti e fessure soffianti ma in fondo niente di nuovo rispetto alle precedenti ricerche. Peccato, la nuova via verso l’Abisso Spaurasso o per una nuova grande grotta del Grappa dovrà ancora attendere…

Categorie: Attività di Campagna

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