14
Ottobre
2011

Punta esplorativa al Buso del Salvanello

Viaggio verso il cuore dell'Altopiano di Asiago

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Domenica 4 settembre 2011 "Punta al Buso del Salvanello" Oggi siamo in quattro, io, Buba, Valentina e il "Salvanello" ovviamente. Ci segue passo passo facendoci scherzi a raffica , ma ancora non si fa vedere. Appuntamento in Valle San Floriano, caffè e brioches e via, verso la Valle dei Gorghi Scuri, lussureggiante ed affascinante luogo che somiglia vagamente all'elfico "Gran Burrone" de "Il Signore degli Anelli". Risaliamo a piedi, con gli zaini stracolmi di materiali i fianchi della profonda forra dei "Gorghi Scuri", nome indubbiamente spaventevole ai più, ma per noi foriero di speranza e di nuovi sogni esplorativi. Buba mi racconta per filo e per segno il lavoro effettuato nel corso delle precedenti uscite. Racconti intrisi di entusiasmo "allo stato cristallino". Contagiosi senz'altro. Occorrono quaranta minuti di impegnativo sentiero per raggiungere l'ingresso del "Salvanello". Alcuni tratti dello stesso, nei pressi dell'imbocco della grotta corrono a ridosso del margine esterno della profonda forra. Sono indubbiamente pericolosi e così li attrezziamo con una corda fissa. La corda ci assicurerà fino all'imbocco della nostra meta. Ultima calata di sei metri ed ecco il bellissimo portale del "Salvanello". Me lo ricordavo diverso, più piccolo. Da alcuni mesi Buba e Valentina hanno avviato una campagna di scavi nel tratto terminale della grotta. Cinque lustri orsono il Gruppo Speleologico GEO si era già interessato al "Salvanello" vista la sua peculiare morfologia e l'evidente potenzialità. A quel tentativo presero parte , assieme al sottoscritto, gli amici Maurizio Parisotto (Mafias) e Alfonso Oro (Halfy). Lo scavo avviato in quel tempo, vista l'inefficacia dei mezzi disostruttivi in dotazione, venne interrotto, ma in tutti era maturava la convinzione che prima o poi ci saremmo tornati. Maurizio e Valentina, nell'ambito del progetto di studio e valorizzazione delle cavità carsiche delle Colline Marosticensi, che il GEO sta attuando da alcuni anni, decidono di tornare al Buso del Salvanello. Una decisione che si rivelerà "magica". Si tratta di un esuttore temporaneo che si apre in un'area alquanto impervia della Valle dei Gorghi Scuri, in Comune di Marostica. L'antro è molto interessante ed è stato rilevato topograficamente dal CSP di Vicenza agli inizi degli anni '80. Lo sviluppo esplorato risultava, fino a pochi mesi orsono, di soli ...... metri. Alcune giornate di intenso lavoro di sbancamento hanno permesso di scoprire una sorprendente prosecuzione. Il gran lavoro è stato compiuto con grande caparbietà e passione da Buba e Valentina, con il supporto di Davide Strapazzon. La grotta appare molto promettente e ci sta regalando grandi emozioni e soddisfazioni. Dal punto di vista idrologico drena le acque assorbite da un'ampia porzione del settore centrale della grande scarpata meridionale dell'Altopiano di Asiago. Le località comprese in quest'area sono le contrade marosticensi di "Erta"e "Fodati" e quella di Conco "Tortima". Le nuove esplorazioni hanno portato gradatamente la grotta da ...... a 50 metri di sviluppo, ferme innanzi ad una strettoia soffiante. Cinquanta metri, sembrerebbero pochi, ma sono stati guadagnati metro dopo metro, con continui sbancamenti. Progressione molto tecnica, cunicoli contorti, mai in piedi, a dura prova l'apparato muscolo scheletrico. In poche parore "na grota che te mazena" (trad. una grotta che ti macina). In molti tratti di grotta sono presenti marcati fenomeni concrezionali, davvero peculiari per il carsismo di quest'area carsica. La grotta si apre nei Calcari Selciliferi del Lias e per questo in quasi tutti i piani di calpestio della cavità sono presenti isole di selce che emergono dal calcare formando delle vere e proprie lame di spada che portano al martirio chi vi si deve per forza strisciare sopra. Per ovviare a questo problema, Buba ha pensato bene (per facilitare la progressione e al contempo preservare le membra) di stendere in questi tratti di grotta dei teli di robusto PVC. Ottimo risultato, le lame si percepiscono, ma non offendono più. Bellissima, la grotta è entusiasmante. Mai stretta, mai larga e purtroppo mai alta (almeno fino ad ora). Raggiungiamo il fondo attuale della grotta. Valentina è già al lavoro con il trapano demolitore. Dobbiamo allargare di alcuni centimetri una strettoia oltre la quale la grotta continua per almeno cinque metri. Il trapano a batterie lavora a meraviglia, la funzione scalpellatore è una bomba, grande acquisto. Provo a passare ma non ci riesco e anche se ci riuscissi tornare indietro sarebbe un calvario per le mie costole. Un'altra ora di lavoro (dandoci il cambio) e Valentina prova a passare. Sguscia via come una biscia e sparisce alla nostra vista e magicamente . . . . . . il sogno continua!

Categorie: Attività di Campagna

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