Itinerario d'accesso
Da Romano d'Ezzelino si sale per la S.S. Cadorna che porta a Cima Grappa. Giunti al Km.22 della stessa si imbocca la strada sterrata che porta prima a Malga Moda, poi a Malga Coi Veci o Cas. Colonin (mt. 1290).
Raggiunta Malga Coi Veci, si prosegue fino ad una vecchia cava abbandonata dove si debbono lasciare le auto. Da qui per l'individuazione dell'ingresso della cavità Ë consigliato l'uso della Carta IGM - Foglio 37 - Quadrante 1A -Orientamento SO e le sue rispettive coordinate geografiche.
Descrizione della grotta
L'ingresso della cavità viene individuato nel marzo 1992 da alcuni componenti del G.S.GEO-CAI Bassano impegnati in una battuta esplorativa sul versante Nord dei Colli Vecchi.
Il piccolo foro sul prato viene allargato rendendo agibile il P20 iniziale che chiude inesorabilmente grazie alla nostra "frana custode" che sembra seguirci ovunque.
A circa -15 m, per fortuna, una finestra permette di immettersi in un angusto vano ascendente che in breve viene risalito. A 2 m dalla volta del piccolo camino, una stretta spaccatura "spara" una notevole corrente d'aria. Oltre il restringimento viene individuato un ampio pozzo valutato, allora, una ventina di metri. Inizia cosÏ una impegnativa disostruzione che per circa 4 weekend vede impegnata la squadra "zappatori" del Gruppo. Il lavoro ripaga sempre e cosÏ riusciamo a passare non senza qualche acrobazia aerea.
Sceso il nuovo PI3 ci troviamo in una zona della grotta in cui Ë ben evidente un importante disturbo tettonico. Una grande diaclasi, ingombra di clasti di notevoli dimensioni, ci permette di esplorare vasti e labirintici ambienti, nonchÈ vani ascendenti che sembrano risalire fino a pochi metri dalla superficie esterna (tali rami non sono presenti nel rilievo qui riportato).
Alla base del PI3 l'ennesima disostruzione rende possibile la discesa di un salto di 6 metri alla base del quale si diparte, levigatissimo e spettacolare, un grande pozzo profondo 46 metri.
Giunti a circa 20 metri dal fondo dell'"ABRAKADABRA" (cosÏ venne denominato il pozzo) una nuova finestra ha permesso l'accesso ad un tortuoso meandro che ci sta regalando nuove e profonde emozioni.
Il Sole Nero prende questo nome perchè vuole ricordare la mostra "Il Sole Nero - L'ambiente delle nostre grotte", allestita in aprile-maggio 1992 a Palazzo Agostinelli, proprio nel periodo di esplorazione della cavità.