Descrizione della grotta
L'ingresso della Spelonca della Roverella, ubicato nei pressi di un bell'esemplare di Rovere (Quercus petraca da cui la cavità deve la sua denominazione), è stato individuato da alcuni soci del G.S. GEO-CAI Bassano nel 1990, su indicazione del Sig. "Bepi Vedei" di Semonzo.
Il primo pozzo, ben concrezionato venne disceso nello stesso anno, ma tutto sembrava finire con la solita frana. L'anno successivo altri soci del Gruppo, tornati nella grotta per il rilievo e servizio fotografico, individuarono tra i blocchi di frana uno stretto e soffiante pertugio che immetteva in un nuovo salto. Iniziò cosi un lungo lavoro di disostruzione e l'approntamento di una palizzata paramassi per contenere la frana sospesa qualche metro al di sopra della "zona operativa".
Superata la terribile strettoia fu possibile esplorare due nuovi pozzi che portano alla profondità di 32 metri. Durante le fasi esplorative apparve subito evidente che si trattava di una grotta poco vasta e profonda, ma estremamente interessante per la quantità e la varietà di depositi concrezionali, per certi aspetti unici, almeno per quanto riguarda il Massiccio del Grappa.