Lettera

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Foiba

Foiba è il termine con cui, in Venezia Giulia, si indicano i grandi inghiottitoi (o caverne verticali, o pozzi), tipici della regione. Le foibe non sono quindi dei particolari tipi di caverne come viene spesso, erroneamente, affermato, ma solo il termine con cui vengono indicati, nella regione giuliana, gli inghiottitoi carsici, che in tale regione assumono spesso dimensioni spettacolari. Il termine deriva dal latino fovea (fossa, cava), e venne usato per la prima volta in una relazione ufficiale nel 1770 dal naturalista italiano Alberto Fortis, che scrisse una serie di libri sul carso della Dalmazia. Se ne contano circa 1700 in Istria. Il termine \"foibe\" (al plurale) è oggi comunemente associato agli eccidi commessi dai partigiani jugoslavi comunisti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale . L'utilizzo del termine, come ormai appurato, è improprio: solo una minima parte delle vittime, infatti, fu occultata nelle foibe, mentre la maggior parte perse la vita in tutt'altro modo (nelle prigioni o nei campi iugoslavi, o nelle marce di trasferimento).

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