Abisso HalgherL'abisso inizia con un piccolo pozzetto di tre metri che, seppur arrampicabile, occorre affrontare con la necessaria attenzione. Giunti alla base di quest'ultimo, posta in leggera pendenza, si intravede immediatamente la prosecuzione naturale della grotta. Uno stretto imbocco, parzialmente disostruito (l'unico punto in cui e' risultata necessaria un'energica, seppur limitata opera disostruttiva!), da accesso al primo salto di otto metri per la discesa del quale risulta pressoché indispensabile l'utilizzo della corda.
Il pozzo, dal suolo sconnesso per la presenza di abbondanti depositi clastici appare inequivocabilmente di origine tettonica, morfologia che peraltro caratterizza anche tutto lo sviluppo successivo della cavità. Essa è rappresentata in definitiva,
da una vastissima e potente diaclasi, la cui continuità verticale è interrotta di tanto in tanto da cenge pensili generate da grandi monoliti calcarei, incastratisi saldamente nell'estesa discontinuità. Le basi delle varie verticali non sono altro che grossi massi, sui quali, in epoche successive, si sono depositate e compattate sottili ghiaie dalla variabile granolumetria.
Dopo la discesa del "BUBAPOZZO", profondo otto metri, la grotta prosegue con uno stretto pozzetto inclinato, profondo tre metri, alquanto angusto che, dopo una brusca deviazione, si immette in un vasto vano di crollo.
Il cunicolo, seppur rognoso, non richiede l'utilizzo della corda, risulta pero' quantomeno utile, soprattutto ai più corpulenti, affrontarlo sia in discesa che in risalita, senza indossare gli attrezzi e la bombola ad acetilene.
Ora ci si ritrova in una zona della grotta in cui è decisamente facile smarrire la giusta via verso il fondo e soprattutto verso l'uscita.
Comunque, con un po' di attenzione non è difficoltoso individuare il passaggio chiave, rappresentato da un'alta spaccatura, che conduce, dopo lo scavalcamento di un grosso blocco calcareo, all'attacco di un nuovo salto della profondità di cinque metri (POZZO KROK).
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Una evidente e solida cengia inclinata consentirebbe una discesa in arrampicata, ma una buona dose di prudenza non guasta mai, ecco perché è opportuno attrezzare lo scivolo con la corda.
Alla fine dello scivolo, l'utilizzo di una corda fissa, permette di raggiungere un basso ed esteso laminatoio ("VECI CHE FUMA") generatosi dal distacco dell'ennesimo monolito.
Proseguendo per qualche metro carponi nel laminatoio ci si trova ben presto di fronte ad una nera finestra che immette nella voragine più profonda dell'abisso, profonda 41 metri (POZZO DEL SGRIXOEO'N).
L'armo del pozzo è intuitivo, a sei metri dall'attacco si fraziona e appronta un deviatore che sposti la verticale di discesa della corda.
Ad una quindicina di metri dal fondo del pozzo si rifraziona ed il gioco è fatto!
La pianta del pozzo è alquanto estesa ed evidenzia con la sua sezione trasversale la sua inequivocabile genesi tettonica.
Vagando per la grotta si individua facilmente l'imbocco di un nuovo salto, profondo 15 metri (POZZO NDAR).
Anche qui l'armo e' intuitivo, con frazionamento a cinque metri dall'attacco principale.
Dalla base del salto si diparte una via verticale, formata da vari pozzetti arrampicabili impostati in frattura, sempre intercalati da frane sospese a mezz'aria .
Con la discesa di questi salti arrampicabili si raggiunge in breve tempo il fondo attuale della cavità, posto a 122 metri di profondità.
Le esplorazioni dell'Abisso Halgher si sono per il momento arrestate di fronte a passaggi in frana che, per la loro complessità e articolazione non sono stati ancora oggetto di interventi disostruttivi .
Grazie a questi paventati progetti forse nei prossimi numeri di Buio Pesto potremo ulteriormente descrivervi questa interessante cavità, e chissà che per farlo non ci necessitino molte e molte pagine!
Dimenticavo, la grotta in caso di violente ed improvvise precipitazioni crea dei problemi soprattutto sui pozzi principali, risulta pertanto alquanto saggio evitare di visitarla in periodi primaverili, quando il disgelo delle nevi enfatizza ancor maggiormente la percolazione idrica in grotta, di per sé sufficientemente copiosa anche periodi di maggior siccità.

Biblioteca Geo CAI - Alcuni titoli