Abisso HelixA Romano d'Ezzelino si imbocca la S.S.Cadoma che porta a Cima Grappa. Giunti alla località "Osteria del Campo" (1020 mt.slm), si prosegue per circa 1,5 Km. e si gira a destra prendendo la strada sterrata che si trova su una curva a sinistra. La strada, nuovamente asfaltata, scende verso le località "Oret", "Casara Pianare" e la "Valla dei Lebi" di Borso del Grappa. Incontrata la tabella indicante "Malga Possano" si prosegue sempre per la stessa strada per altri 250 mt. circa; qui scrutando il lato sinistro della strada si individua lo stretto ingresso dell'Abisso Helix", scoperto dal G.S. Geo CAI Bassano nel marzo del 1991. 
L'Abisso Helix, che inizialmente era stato chiamato "Bus del Scius" è stato  trovato una mattina da una piccola comitiva di nostri soci che passeggiavano lungo quel tratto di 

strada. L'occhio vigile di Giorgio notò la presenza di una grossa chiocciola vicino ad un piccolo foro da cui però fuoriusciva una notevole quantità d'aria.
La notizia trapelò subito ed il gruppo nel fine settimana successivo si recò per appurare quanto visto. Si operò fino ad ottenere un ingresso tale da permetterci di entrare senza deturpare l'ambiente circostante: la grotta rispettava le nostre aspettative! Appena ci si distende per entrare si può "assaporare" fra coppa e collo un venticello freddo e umido. Un meandrino d'accesso  inclinato e lungo 5 metri porta alla base di una notevole spaccatura: ad un primo esame si percepisce di essere in presenza di una faglia, certamente importante dal punto di vista carsico. Però a prima vista il fondo di questa è occluso da una frana: seguendola e infilandosi tra i sassi di crollo si perviene in un'altra saletta ostruita sempre da una frana. Si capisce subito che la cosa comincia a deludere le nostre aspettative; comunque va bene così, anche perché fare speleologia non implica mica la ricerea della verticale! Cominciammo così a scavare in direzione orizzontale lungo la faglia. Entrammo in un altro angusto ambiente dove però la presenza di terriccio e materiale sospeso pericolante ci fece capire che eravamo quasi in superficie, per cui, dietro front, uscimmo.
Il "Bus del Scius" per un po' venne lasciato da parte. Poi un giorno, a scopo didattico, venne improntato il rilievo, ed ecco la fatalità. Finito il rilievo e visto il tempo a disposizione si improvvisò una disostruzione nella prima saletta d'ingresso nel punto in cui pareva soffiasse aria fra i sassi. Dopo non molto tempo, grazie alla presenza di un paio di "Caterpillar" del gruppo, gli sforzi vennero premiati e sotto i loro piedi videro aprirsi un pozzooo! ! !
L'ingresso dell Abisso Helix - Helmut, Mafias, Kele, Bajo e Willy DogDa quel giorno al "Bus del Scius" si cominciò ad andare più spesso, con una presenza di 5/6 persone in media ogni uscita. Molte cose sono cambiate da allora. Prima fra esse il nome; come certo vi sarete chiesti perché prima "Scius" e poi "Helix": abbiamo pensato infatti di dare un nome un po' meno campagnolo.
L'andamento è caratterizzato dalla presenza di una diaclasi interrotta a vari livelli da balconate di frane sospese che generano i pavimenti dei primi pozzi. Alla base del primo, partono due rami con direzione rispettivamente Est ed Ovest. Il primo ramo si ferma con pozzo-fessura impraticabile; il secondo ci ha permesso di trovare nuove soluzioni esplorative. Dopo averlo disceso fino ad una profondità di -56 mt circa si arriva a quella che drasticamente è stata chiamata "Strettoia Colon", passata la quale si accede al pozzo "Mario Petracca" di 20 mt. Entrambi hanno richiesto non poco lavoro e la collaborazione di tutto il gruppo. Questo pozzo, molto probabilmente, è la logica continuazione del ramo ad Est. Dalla base di quest'ultimo, percorrendo un piccolo meandro per un paio di mt, ci si trova all'imbocco del più bel pozzo della grotta profondo 20 mt con andamento conico, che da l'impressione di liberarci così finalmente da ostinati e stretti passaggi. Sogno che dura solo il tempo di scenderlo: infatti dalla sua base inizia un'angusta fessura che porta all'attuale profondità di-121 mt. E non è finita qui!
In questa grotta è cambiato anche il modo di fare speleologia: il gruppo infatti ha fatto notevoli progressi. L'Helix si è dimostrata non solo una "buona" grotta dove le difficoltà tecniche non mancano di certo, ma è anche uno stimolo per razionalizzare gli sforzi di tutti per ottenere il massimo risultato, cosa che certo non verrà più dimenticata. E così, man mano l'esplorazione procede, viene aggiornato il rilievo, senza tralasciare alcun particolare.
Molte uscite sono state dedicate alla fotografia dei luoghi più suggestivi grazie a chi pazientemente si presta a questa attività in cui la costanza e la pazienza sono fondamentali. Inoltre all'interno è stata approntata una linea citofonica che mette in comunicazione apparecchi a quote diverse con l'esterno.
Posso dire che il gruppo dopo l'Abisso dei Colli Vecchi non si è certo dedicato alla pesca sportiva. Certo avremmo potuto con poche uscite ottenere delle buone punte esplorative, ma avremmo tralasciato molti fattori che per la buona riuscita del gruppo sono fondamentali: portare il maggiore numero di soci allo stesso livello di perfezionamento, fornire materiale didattico alla nostra biblioteca per allegare al rilievo topografico delle precise descrizioni, materiale fotografico e studi biospeleologici. D'ora in poi il gruppo si dedicherà alla speleologia con lo stesso impegno, anche se certo all'inizio non è stata cosa facile.
Ah! dimenticavo ... (e poi vi saluto a malincuore): se oltre alla testa volete infilarci anche tutto il resto, state accorti che l'Helix è profondo 121 metri e se doveste picchiare forte la capoccia sulla strettoia del meandro terminale, potreste continuare la vostra vertiginosa discesa.

Biblioteca Geo CAI - Alcuni titoli