19
Agosto
2011

Bertiagaloch

Sta crescendo un altro grande abisso nel cuore dell'Altopiano di Asiago

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Negli anni 90 vari tentativi si erano infranti contro una strettoia alquanto estesa a circa -35 metri. Alcune domeniche di duro lavoro (2010) e si riesce a progredire dapprima in uno stretto cunicolo soffiante, poi in un bel meandro che si sviluppa per una ventina di metri. Nuova strettoia, nuovo sbancamento e via, stavolta sembra fatta. Sbuchiamo alla base di un ampio e altissimo camino. Accipicchia vuoi vedere che chiude? No, non chiude affatto. Viene individuata una stretta finestra a otto metri d'altezza. Risalita. La finestra immette in un'angusta spaccatura. La percorriamo, non prima di essere costretti ad allargarla quanto basta per non imprecare più di tanto nel superarla. Sbuchiamo a dirimpetto su un saltimo di tre metri. Un fuso alto una decina di metri ci sovrasta. La frattura continua nella stessa direzione della precedente. Per riacciuffarla nuova risalita di tre metri e nuova disostruzione. I tratti orizzontali di questa zona di grotta sono ridotti e contorti. Ci ritroviamo sopra a quel che sembra un pozzetto intasato da una grossa frana. Gettiamo un sasso, sotto di noi un P6, ma alcuni sassi precipitano molto più in basso. La gioia è incontenibile. Io valuto il pozzone almeno 40 metri e più (cannando come sempre). Altra domenica di sbancamento, oggi si mette in sicurezza (eliminazione per frantumazione) la frana all'attacco del P6. Assieme al sottoscritto, Nino, Giacomo e Monica Ravagli sono della partita anche Davide Sostizzo e Loris Vellar. Scaviamo come dannati e finalmente riusciamo a bonificare il pozzetto. Loris attrezza l'attacco, Davide scende, Giacomo e Nino portano avanti il rilievo. Davide individua subito il passaggio che immette direttamente nel nuovo pozzo, ma anche qui il lavoro di allargamento è assolutamente indispensabile. Quattro ore di lavoro e la via verso l'ignoto è agibile al transito. Io e Giacomo sbirciamo con le lampade a Led nel vuoto, che fantastico pozzo, ci sarà da divertirsi a scenderlo, grande, grande. Oggi, domenica 31 luglio 2011 si ritorna al Bertiagaloch più carichi che mai. Siamo in cinque, Pierantonio Rigoni, Giacomo Silvagni, Chiara Savarino, Elena Minuzzo ed il sottoscritto. Oggi si esplora il nuovo pozzo a - 50, che libidine. Raggiungiamo l'attuale fondo e subito iniziamo a predisporre l'armo per la discesa. Cinque metri sotto di noi vediamo una comoda cengia. Nino scende e la raggiunge, appronta una sosta. In breve tutti e cinque siamo sulla comodissima cengia. Predisponiamo l'attacco doppio per continuare la discesa. Nino da gran cavaliere propone ad Elena di essere lei a continuare l'esplorazione. "Miss Fossetta" accetta di buon grado. Elena scende, mentre Giacomo effettua delle spettacolari riprese video. Raggiunta una nuova cengia venti metri più in basso, Elena si fa raggiungere da Nino. Sotto di loro un buio apparentemente impercrutabile. Frazionamento, altro tiro da otto metri e atterrano sul fondo del "Pozzo Loretta" (i miei amici lo dedicano a mia moglie). Siamo a circa - 75 metri e la grotta sembra continuare alla grande. Nino ed Elena scendono altri due pozzi di 5 metri e si ritrovano a quota - 85 innanzi ad un vasto e nero portale. Ci aspettano, prima di lanciare il sasso rivelatore. Ecco ci siamo, Nino lancia una grossa pietra nel buio, cade, cade, cade, cade ancora. Esplode una baraonda, urla di giubilo. Incredibile, siamo sull'orlo di un baratro eccezzionale e non riusciamo a valutarne la profondità. I rumore dei tonfi provocati dalla caduta delle pietre si disperdono nelle profondità e non sentiamo alcun botto finale. Altra giornata memorabile, il "Pozzo Golfieri" (così viene battezzato il "mostro") aspetta di essere disceso. La sera tutti a cena alla "Trattoria Valle Bianca" dove festeggiamo "alla grande" l'indimenticabile giornata. Nel frattempo tutti hanno serie difficoltà a prendere sonno di notte, chissà mai perchè.

Ciao.

Michele Tommasi

Categorie: Attività di Campagna

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