16
Gennaio
2012

L'ultima punta esplorativa al Buso del Salvanello

Domenica 15 gennaio 2012

4.0/5 di voti (3 voti)

Ueooo! Ueooo! Sdraiato a testa in giù sullo scivolo fangoso Davide urla al di là dello stretto passaggio che ci blocca la strada da 3 uscite. Che bellissima eco, bello, proprio bello, di là sembra che allarghi! Grande!!! Di là è grande!!! Pieno di entusiasmo, Davide lancia oltre anche dei sassi che fanno diversi rimbalzi prima di fermarsi. Io sono appena dietro di lui, sono sdraiata sul fango ma non mi importa, mi immobilizzo ad ascoltare. Davide lancia ancora sassi oltre la strettoia, e subito dopo ne lancia ancora. Entrambi assaporiamo il piacere che provocano in noi i loro rimbalzi. Maurizio è dietro, si è fermato ad allargare una sezione del cunicolo che si riesce ad oltrepassare con troppa fatica. E' incredibile come i suoni vengano amplificati qui dentro a questo cunicolo dove per andare avanti si è costretti a strisciare per oltre 60 metri. Di ogni spostamento di Maurizio ci arrivano boati e tonfi. Ricordo ancora una delle prime uscite in questa grotta. Io procedevo per prima e Maurizio e Michele che erano una ventina di metri dietro di me si sono fermati perplessi per i rumori che sentivano; avevano la sensazione che stessi squarciando la montagna. Ieri al Buso del Savanello eravamo io, Maurizio Mottin e Davide Michele Strapazzon e ancora ne sentiamo addosso i segni. Andare avanti e indietro strisciando sulle pozze infangate, fare passamano di blocchi di roccia, rimuovere le lastre di selce che l'acqua ha accumulato e cementato sul pavimento prima di venire a giorno dall'ingresso della grotta: questo significa esplorare al Buso del Salvanello. Le decine di metri nuovi che abbiamo scoperto negli ultimi mesi ce li siamo sudati. Però fantastici questi metri nuovi di grotta, scavati contro strati calcareo-selciferi quasi sempre verticali. Sappiamo che idrologicamente il sistema può ancora attivarsi. Non si tratta quindi di una sorgente fossile. L'acqua nel cunicolo può ancora scorrere ma quest'anno siamo stati fortunati. La scarsità di precipitazioni ha fatto in modo che questa grotta non si attivasse nei mesi scorsi permettendoci di portare avanti l'esplorazione. Le pozze d'acqua che troviamo in prossimità della zona esplorativa sono dovute solo all'accumulo da stillicidio. Anche domenica scorsa ci pensavamo immaginandoci come sarebbe quello stesso cunicolo durante una piena. Al momento è solo l'aria che fluisce per quel condotto. A volte pare di sentirla entrare con forza, a volte non si riesce proprio a capire se si muova in una direzione piuttosto che in un'altra. Di certo sulle nostre ossa bagnate ed infangate non era certo un toccasana così dopo meno di tre ore di lavoro, domenica siamo rientrati a casa che fuori era ancora una bellissima giornata. Sapevamo che non saremmo riusciti quel giorno a superare il difficile passaggio e ci ritenemmo soddisfatti del lavoro comunque portato avanti. Per tornare indietro dalla zona esplorativa ci vogliono mediamente quindici minuti. Sessanta metri sono niente se pensiamo di percorrerli camminando su una strada ma strisciarli portandosi avanti un pesante sacco ne fa desiderare presto la fine. Questa grotta ha uno sviluppo che tende a discendere andando verso l'interno, quindi il rientro è in salita. Usciti dalla grotta ci aspetta ogni volta una mezzoretta di cammino a piedi su un sentiero che dapprima piuttosto erto in mezzo al bosco, diventa una bella mulattiera percorsa la domenica da numerosi escursionisti. Anche domenica scorsa abbiamo incrociato qualcuno che saliva la valle dei Gorghi Scuri, chissà cos'hanno pensato vedendoci ancora in tenuta speleo, infangati dalla testa ai piedi. E a proposito di fango, accidenti al fango!!! Di un'esplorazione del genere oltre ai sogni ci portiamo a casa una pila di sacchi sporchi che, per così dire... mantengono vivo il ricordo e tutte le emozioni vissute.

Categorie: Attività di Campagna

Condividi questo articolo


Lascia un commento

blog comments powered by Disqus

Biblioteca Geo CAI - Alcuni titoli